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Perché a teatro si dice Merda, Merda, Merda?

Aggiornamento: 16 nov 2019

«He did not say that because he knew that if you said a good thing it might not happen.»

Ernest Hemingway , The Old Man and the Sea


La scaramanzia altro non è che una forma di superstizione. È idea comune che dicendo qualcosa di bello, potrebbe non avverarsi, così come dice il buon vecchio Hemingway.

Il termine, molto probabilmente, è una deformazione della parola Chiromanzia (dal greco cheiromanteia = lettura della mano). Le sue origini, infatti, risalgono alle prime civiltà: l’uomo primitivo di fronte a quelli che erano per lui “i misteri del mondo” ha trovato una risposta rassicurante nell’esistenza di spiriti invisibili che determinassero l’ordine delle cose: la vita, la morte, il lampo, le stagioni… tutto quello a cui noi oggi rispondiamo (o almeno, crediamo di rispondere) con studi scientifici. In un certo senso la superstizione, e di conseguenza la scaramanzia, si muove di pari passo con l’idea della spiritualità.

Ma senza addentrarci nelle fitte trame di dibattiti ancora caldi e aperti, scopriamo il perché della scelta dell’ormai famoso “Merda merda merda” a teatro. Come sappiamo il teatro vede la sua massima fioritura intorno all’800, quando nobili e borghesi solevano allietare le proprie serate con la visione dei grandi drammi.

La scaramanzia, tra quinte e tendoni, certamente la fa da padrone. Mai ad un attore bisogna augurare buona fortuna! Come sottolinea Hemingway, e tanti come lui, a volte è meglio augurare il peggio.


In Italia il coro “merda merda merda” che riempie i camerini degli attori, deriva proprio da quell’epoca d’oro e dai suoi spettatori. Nel XVII secolo certamente non si andava a teatro né in tram né in auto ma lo si raggiungeva in carrozza e così lo si lasciava. Di conseguenza, maggiore era il numero di carrozze, maggiore sarebbe stata l’affluenza allo spettacolo. Vi chiederete, cosa c’entra la m* con le carrozze? È semplice. Il mezzo era spostato da almeno due cavalli e durante la breve sosta davanti al teatro era molto probabile che i docili quadrupedi lasciassero un ricordino. Ebbene sì, il successo di uno spettacolo si valutava in base alla merda che restava di fronte al teatro. Inizialmente indicava semplicemente un afflusso importante, poi diventa in maniera più generica, metro di giudizio. E, ancora oggi, è il miglior modo per augurare a tutti una buona riuscita della messa in scena.

Tale tradizione (diciamolo, ormai lo è…) riguarda la maggior parte dei paesi neolatini.

L’Inghilterra invece, sostituisce il “good luck” con un meno gradevole “break a leg”. L’origine dell’espressione è incerta ma l’ipotesi più accreditata fa riferimento ad un’espressione arcaica in cui l’attore, a furia di inchinarsi per accogliere gli applausi ricevuti, rischia di “rompersi una gamba”.

Anche in Germania l’augurio è simile ma, oltre alla gamba ci si augura che l’attore si rompa anche il collo, il perché è un mistero.

Quindi, attori, amanti del teatro e curiosi: MERDA MERDA MERDA!


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